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Giovanni Rossi, "La voce bambina", Edizioni Croce, 2024

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Il tuo volto sanguina – senza ferite da mostrare – ma solo di me si fida, solo con me si lascia lacrimare. La tua voce bambina ancora grida l’estate; mi parla di una strada da colmare. “La via che porta al mare”, dice. “La stessa via che poi s’accorcia nei ginepri delle dune sabaude guidando un coleottero in volo” * Un nuovo conto in sospeso lo avrai tu e la tua pelle, mostrati nudi i polsi al vento, con l’arteria a zampillare sangue dove fuori è più comodo. Per ogni macchia sull’asfalto attende la bella stagione e già cerca vendetta: bottiglie piene, da rendere, a riscatto. È una fatica, restituire il sangue. * Hai visto? La poesia non è altro che l’orma lasciata da un piede nudo sulle maioliche in fiore della casa che ci separa dal mare. È evaporata lungo il tempo di corsa a perdifiato; senza tornare. * Avrai le tue colpe la tua ombra le sue, poste di fianco e le fronde del platano a sussurrarti il verde dell’estate Poi svanire non sarà un delitto; avrai sempre, dalla tua il lusso di...

Francesco Buco, finalista Premio Poeti Oggi 2025

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Le carezze Perdonami, se ti ho vissuto con pigrizia se ti ho sciolta nell'acido della routine, perdona se ho viaggiato con la mente per tradirti, vigliacco, restandoti fedele. Perdona i miei ingranaggi, i meccanismi, gli istanti in cui si allentano le viti in casa e fra inquietanti cigolii stappiamo bottiglie molotov per cena - penso a un urlo sotterraneo, qualcosa che striscia nel tunnel delle vene. E ti domando se così non siano state più feroci persino le carezze, o se a volte in certi abbracci abbia nascosto il ringhio di un’indole con la museruola. * Francesco Buco è nato a Viterbo, dove vive, lavora e gioca. Non ha mai pubblicato nessuna raccolta di poesie. Lavora al suo progetto di racconti in versi Alfabeto domestico . La poesia contemporanea in lingua italiana

Monica Messa, "Una pistola al Luna Park", RP Libri, 2024

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La bambina di rame e di miele appende foglie alle orecchie e si sente una regina. Ancora non sa che le vespe ricompensano i fichi con la vita. * Inchiodata a una bilancia o a passo silenzioso e svelto fra scaffali e lattine (dove il cielo non tiene il broncio a lungo) con l’orizzonte portatile nella borsa, violacciocche nella scollatura, e un destino di cartapecora in tasca, mangiava pane e fumo. * Sono spezzata. Spezzata in un punto a metà della schiena ho un nido abbandonato con uova schiuse e piume insanguinate. Sono spezzata. Spezzata in un punto. * Troppo grande questo mondo per le tue mani, bambina, bastano appena appena per spingere barchette di giornale. Un passo, dall’asfalto alla sabbia. Sorridi in debito di luce, capelli nuovi di chemio e il libero arbitrio in una falange. * Ho la felicità inceppata come una pistola al Luna Park – dieci colpi, cento lire – era il prezzo della libertà. Il crepuscolo è caduto irrimediabilmente su tutte le cose e in questa nuova estate si rinta...

Francesco Balasso, finalista Premio Poeti Oggi 2025

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il carrello della spesa è un tremore compresso tra cielo e parcheggio: l’estrema orizzontalità del giorno. i rovi a lato strada dicono parole come ora subito adesso ci pensa il sole a trasformarle in quello stato fisico-chimico di cui sono composti i miraggi mi vorrei pensare un’immagine perché la gente ci lasci una dedica sarebbe come dire resto anch’io si va per sognare o sopravvivere, dicevi il piede sullo scalino del regionale è minuscolo ma c’è anche la lavatrice siamo troppo diversi, fatti una vita, dicevi e partivi, come altri morosi amici gnu può capitare che li veda in televisione orde infinite fiumi predatori la città per le vacanze di Pasqua qualcuno torna e non fa primavera mi aggrappo agli ombrelli scordati nei locali, alle tre sedie vuote delle contrade il display della farmacia indica pezzi di numeri digitali: il tempo che non sa contare * Francesco Balasso è nato a Thiene (VI) nel 1986. È laureato in Discipline Artistiche e Archeologiche ed è attualmente docente di Sos...

"Fresco di stampa": Luca Pizzolitto, "Deserti", Ilglomerulodisale, 2025

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Poesie tratte da “Deserti”, plaquette in carta Amatruda in 77 copie numerate, edita da Ilglomerulodisale, all’interno della collana “La brocca rossa”, a cura di Daìta  Martinez, con la collaborazione di Pietro Romano. * Sulla riva lontana dal fuoco nel salmo antico del ritorno nel cieco stare di ogni abbandono qui dove la pioggia stanca i vestiti qui dove tutto splende e torna alla sete sei il pane spezzato la cenere e il canto, l’eterno sospeso sulle labbra di Dio. * Ora che tutto brucia e tace la peonia in fiore ora che i nostri corpi sono carne senza riparo s’apre la terra al canto tra le mani un volto, un corpo che non è più il mio. * Luca Pizzolitto nasce a Torino il 12 febbraio 1980, città dove attualmente vive e lavora come educatore professionale. Tra i suoi libri, figurano: Dove non sono mai stato (Campanotto), Il tempo fertile della solitudine (Campanotto), Tornando a casa (Puntoacapo). Con la casa editrice peQuod ha pubblicato, nella collana Rive: La ragion...

Angela Anconetani Lioveri, finalista Premio Poeti Oggi 2025

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Tra le scarse cellule di luce  un accento giunge dalla notte - così è l’intonazione che assomma salti mortali e gesti d’abbrivio -  e intanto sbalza dal monte un sentiero   impraticabile per chi vive da sempre  il dramma ancestrale del disarmo. Per elisione è caduto il tuo delirio  rimpiazzato ora da un altro atto guardi in alto, chiedi un segno di prodigio, lo credi possibile un Eden di coraggio: sia chiara la rotta, metta un fermo alla morte. Il tempo infine restituisce l’immagine più nitida di sempre ti chiedi se puoi sopportarla se ognuno davvero possa esserti sodale fosse davvero deflagrato tutto tutto ripartirebbe daccapo ma oggi l’azzurro incasella i brandelli illude i pezzi di una sequenza fatale. * Angela Anconetani Lioveri è nata a Jesi (AN). Dopo la laurea in Filologia Moderna ha insegnato Italiano come seconda lingua a persone migranti. È attualmente docente di Lettere nella scuola secondaria di I grado e scrive articoli di cronaca e cultura. H...

Michele Toriaco, quattro poesie inedite

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Almanacco feroce Ti rivedo nel giardino fiorito un raggio di sole ti chiede un guizzo ancora lo scatto perfetto del centometrista nella corsa esultante della giovinezza lontana ti chiede di non lasciare deserta la pista ma ora sei solamente il respiro lento dell’erba l’ombra senza risposta degli alberi muti. * Assedio Un’ora si abbatte sulla corrente delle vene rallenta il sangue non ancora spoglio senza capire niente la notte è rimasta in silenzio con passi di spine si inchina all’ostinato gettandogli contro le stelle mentre scompaiono dal cielo: presto l’alba taglierà di nuovo ferite dai profili di case indifferenti. * Nelle linee delle mani Ferma questa immagine, immortale la sete che dimentica tutta l’acqua passata: ecco i giorni acrobati sul filo delle notti, il loro inizio nelle linee delle mani, ogni cosa è silenziosa sul finale, come l’ultima scena che non appartiene alla ruota della fortuna, ma alla terra. * Intuizione attonita Riconti le ore ogni nuovo giorno il loro lento di...

Cristiano Vettore, Premio Speciale della Giuria, Premio Poeti Oggi 2025

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Santa Maria del Mare Di tutto rimangono le voci, il luccichìo bronzeo che si attacca alle cose nei giorni assolati d’autunno, le macerie delle nostre guerre perse, la penombra dei corridoi la domenica mattina, la foce di un fiume di cui non ricordiamo il nome, le estati che non vogliono finire, una piuma che si posa sul gilet blu di tua nonna. Il volo di un pavone bianco sopra le auto in coda sulla A4 per Jesolo. Siamo le absidi delle chiese che voltano le spalle al mare nei lidi balneari. * Cristiano Vettore nasce nel 1989 a Venezia, dove vive e lavora. Nel 2017 consegue il Diploma di Laurea di Secondo Livello in "Arti visive e discipline dello spettacolo - Indirizzo Grafica d'Arte e Disegno" presso l’Accademia di Belle Arti di Venezia. Dal 2020 è docente di “Discipline Grafiche e Pittoriche” e “Laboratorio artistico” presso il Liceo Artistico Marco Polo di Venezia. Artista poliedrico egli abbraccia, nell’ambito della sua ricerca creativa, diverse modalità di espression...

Maria Consiglia Alvino, Premio Speciale della Giuria, Premio Poeti Oggi 2025

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Le acacie È pieno il giardino di acacie, oscillano gialle nel ventre, tutto odorando come di estate o di domenica. Ne assaggiano le api in mille eucarestie quotidiane, prendete questo pane spezzato per voi e per tutti - Era questa, ricordi, la promessa. È miele anche il tuo corpo consumato, le cicatrici che dentro tessono mille petali, bianchi crisantemi, cartaveline di azzurro increspate. Il tempo, amore, ottunde il cuore e scorrono i giorni negli alveari e gli evi e le galassie e questo sole e le guerre e la pace e me e te allo specchio e in fondo al corridoio a sera tremo piena di acacie che oscillano gialle come una piccola, scurata gioia, una pianta in sgorgo a morire dura, lieve e tersa, una pace di pianura. * Maria Consiglia Alvino è nata ad Avellino nel 1987. È laureata in Filologia, Letterature e Civiltà del Mondo Antico; ha conseguito nel 2017 il dottorato di ricerca in Filologia, con specializzazione in letteratura greca antica, presso le Università di Napoli Federico II e ...

Fabrizio Bajec, "Tanka per le quattro stagioni (e altre poesie brevi)", Vydia editore, 2025

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galleggiano e basta nubi e piante d’acqua dolce non conservano un bel niente seduto su un tronco neanch’io coltivo propositi * come un palo piantato su una barca l’uomo in mezzo al lago veglia sulla fauna ma è solo un fantoccio * i suoni della fabbrica muoiono nei campi vicini Alain legge i nostri flyer ne approva e dimentica il senso quando è in vacanza * nel sottobosco udiamo la bella voce singhiozzante del cuculo d’Alsazia pare lontano o vicinissimo ma mia figlia ha in mente il lupo * vorrei tanto essere attiva dice la fontana del santo ai suoi visitatori mutare l’acqua piovana che mi esce dalla vasca in flutto di giovinezza * l’uomo davanti al mare si gode l’annegamento e torna dalla moglie con le mani in tasca freddo la invita a una passeggiata * Fabrizio Bajec (1975), italo-francese, vive a Parigi e scrive nelle due lingue. È autore delle seguenti raccolte di versi: Corpo nemico (in Ottavo quaderno di poesia italiana contemporanea, Marcos y Marcos 2004), Gli ultimi (Transeurop...

Elena Micheletti, terza classificata Premio Poeti Oggi 2025

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Senza titolo Forse ha ragione chi si attiene al verde e vive pressoché felice. Occhi per guardare, ginocchia per piangere. Le mie amiche mettono al mondo giovani di australopiteco e si dilatano come cornamuse. Io non so niente di tutto questo. Gioco a mosca cieca con la carne viva e ho sogni di carta che fanno sorridere. Forse ha ragione chi si attiene al verde: le foglie hanno mille modi per darsela a gambe, io, per ora, soltanto uno. * Elena Micheletti nasce ad Ancona, il 09/10/1987. Dopo aver conseguito gli studi in Lettere Moderne, presso l’Università di Bologna, inizia a lavorare come docente di scuola secondaria e si dedica maggiormente alla poesia. Nel 2020 pubblica la sua prima raccolta poetica intitolata Coazione a ripetere tramite casa editrice Nulla Die. Attualmente è impegnata in un progetto performativo che unisce la poesia alla produzione di musica elettronica , intitolato “Cassandra”. La poesia contemporanea in lingua italiana

"Anteprima Portosepolto": Luigi Palazzo, "Pietre e miraggi", peQuod, 2025

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Tra le maglie di un rudere un setaccio, il Sud, trattiene vite rassegnate, pietre e miraggi. * Quant’erano belli i funerali al mio paese che quando se ne andava uno di noi era uno di noi che se ne andava. Il sasso sul catrame tracciava la rotta – al suono di passi strascinati s’avvitava l’assenza. E la vita mischiata all’istante scorreva fino alla madre appesa allo stelo d’un fiore. * Tempo per decifrare l’odio fumante degli ulivi tra le nicchie di una Storia senza centro. Un pendolo oscilla tra il passato ed il presente, tra il presente ed il presente. * Ritorna e fugge e vibra questo niente, immerso nella notte che corre e non respira, che respira e non fluisce, nelle ore diroccate in un quotidiano che si scuce. * Un calabrone sul davanzale s’avvinghia al bianco d’un fazzoletto tra la polvere incenerita dal giorno. Non vola. Chiudo la finestra mentre il tempo si scioglie sul vetro che gocciola. Ai primi soffi di luce è ancora lì smembrato dalla notte. * Luigi Palazzo (18 settembre 1...