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Visualizzazione dei post da gennaio, 2023

Loriana d’Ari, tre poesie inedite

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sempre obliquo l’orizzonte la selvaggia inclinazione del tronco il grandangolo l’allerta del fianco toccare terra toccare                                              l’azzurro. è una torsione asincrona il passo delle creature sbalzate a mezzo coi talloni nel fango e l’aria tenaglia nelle ali * corpo del vero sbranato fatto a pezzi io ti cerco a occhi chiusi tastando lungo scabre linee di sutura quando la lingua sfiora il palato e i denti, prendi vita               ora senti come vagisce quel che è, tu che nemmeno sai di te della tua luce io l’arto fantasma tu la sete che ricuce corpo del vero accorda il fiato fammi cava, fammi flauto delle ossa, soffia * resterà una creatura che trema l’orizzonte a misura di culla a inventarsi la notte minuscola col chiaro che preme ai bordi un bambino mai nato a ninnare il buio, un fiato caldo un fiocco appeso, dal nome                impronunciabile * Loriana d’Ari vive a Genova, dove lavora come psicoterapeuta. Ha pubblicato su diverse riviste e b

Jacopo Santoro, tre poesie inedite

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ma era già tutto qua tra gli acini d’uva e piedi bagnati dal sangue del frutto       -    batteva umido             incostante un ritmo             questo calpestio della storia             tra voci e litanie antiche - ed era davvero tutto qua nel tegumento d’un seme risputato alla terra il canto profondo dei segni del mondo * in un quando ci siamo trovati stanchi di questo tempo che non passa di questa vita che non lascia intravedere tra le intercapedini i segni ai quali correvamo quando una preghiera bastava per illudersi del senso di una spiga che indorando moriva * dietro questo specchio che tesse cuori cavi in pieni testi      -      a stilla a stilla le parole             sedimentano in stelle di roccia             il senso di un’esistenza             dispersa dall’errare             d’una nube - rimane un dito una mano un corpo che nello scriversi ricorda dolce il peso dell’anima che porta * Jacopo Santoro è nato ad Ascoli Piceno nel 1995. Laureato in filologia moderna a Padova

Anna Rita Merico, "Fenomenologia del silenzio", Musicaos Editore, 2022. Segnalazione di Claudia Di Palma

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Non è facile lavorare qui. Pensare qui. Eppure, qui, ci sono silenzi buoni. Come il fotografo ha bisogno delle giuste luci, la parola ha necessità dei giusti silenzi, degli appropriati spazi, di particolari slabbramenti verso l’interno. Qui, l’Antico, parla. Qui, la Luce, mostra * Possessione Le parole continuano il loro incessante lavorìo di scavo cesellando canyon di scarsi millimetri nel vuoto accogliente del pensiero è mistico essere posseduti dal nerbo silente e misterioso delle parole non si sa mai, con precisione, da dove attaccheranno da quale duna monteranno su quale alito si poseranno. Non si può che essere varco in un interminabile gioco di repentine attese infinite grotte miriadi di segni * Pochi gesti Pochi gesti ci sono dati pochi, sempre quelli fondi arcani numinosi laceranti torniamo lenti all’Origine là dove si lacera la palpebra chiusa consentendo all’occhio di inondarsi di laviche presenze di carnose sostanze di vitali ritmi di desiderio. Pochi gesti perché poi uno è

Valentina Casadei, tre poesie inedite

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Così lontano, così vicino annidarsi quell’assillo ripetermi a memoria i detti dei saggi seguirne le dottrine provenire da un’altra solitudine come alieno triste con una coscienza da genio nel rigore dell’anima e l’incomprensione dei propositi vacillare quella saldezza sentirmi a casa nei pianeti * Illudere il passaparola della consistenza del solco che lascia il pensiero nel mio alveolo e la riverenza del perdono soffoca dubbi e dinieghi Scoppia la crisi della presenza * Dentro ai nodi stretti rannidati i miei strilli slacciati se il tempo mi prende tutto la nave che parte e non fa ritorno la corda dell’arco ben tesa la freccia puntata sulla preda per catturare il pianto e ferirlo nella crepa * Valentina Casadei è una sceneggiatrice, autrice e regista italiana.  Ha pubblicato tre raccolte  di poesie:  Tormento Fragile (Bertoni Editore, 2018), Il Passo dell'Inerzia (SaMa Edizioni, 2020) e  Uno Più Uno Fa Uno (Edizioni Ensemble, 2020). La poesia contemporanea in lingua italiana  

Carlo Giacobbi, “Vicende e chiarimenti”, puntoacapo Editrice, 2022. Segnalazione di Claudia Di Palma

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L’inedita sistemazione delle cose Trovarsi in luogo altro, l’inedita sistemazione delle cose, quella miopia nell’indagare quasi un volto che pare e non è più quello, da dover ritessere la trama delle confidenze, luce amara di finestra dove il gelo redarguiva arboscelli sulla stradina, mutato rito di passi stanza a stanza, a mostrare fallace la commutativa, artificio l’identità. * Carogna ai piedi della rosa Il fuoco dell’iniziazione, tra pruni che sanguinavano il dorso di mani impazienti, il sentore della carogna ai piedi della rosa. Qualcuno che insegni ci dev’essere – dicevo – a fare un tiro nel fossato, a indicare la ragazza che salta i convenevoli. S’agitava dal fondo una madre torbida, straniava il sonno, acutizzava le carni, tirava il sudario sul volto dell’infanzia. E non sapere chi mettere a parte di quell’umido trapasso, nel giardino di foglie marcescenti e luce. * Non avrebbe spigrito il Cielo E di giorno in giorno e in giorno, altro giro di morsa. La mano a illusione di requ

Maurizio Evangelista, "Mr. me", Arcipelago itaca Edizioni, 2022

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Stanza 103 l’uomo con la giacca scura dorme per finta. alla sinistra la sua unica figlia abbraccia lacrime e vestito come il giorno in cui la diede sposa. il sole resta sulle persiane a notte non è ponente né mattino. distante la moglie ha i capelli malinconici e il sorriso di un tempo inguaribile. li ha tutti davanti a sé con quel tipo di occhi che non si chiudono mai. * Stanza 121 aspetto che la cena finisca e la gente salga in piedi sui tavoli. attraverso uno stadio dopo un grande concerto e per tutta la sera penso a lui che mi lancia un’occhiata sorpresa e mi dice, mi annoia la vita degli altri. * Stanza 215 tu che una goccia di sangue credi sia la presenza di qualcuno che non sai rintracciare ripercorri il giorno all’indietro fino a quelle arterie con lo stupore il dolore e lo spreco che l’errore l’omicidio sia forse un colore l’inizio la macchia scura la parola la fragilità la velocità di ogni cosa dovrai dire qualcosa (se ti daranno la colpa) se proveranno a convincerti che non