Silvia Patrizio, "Smentire il bianco", Arcipelago itaca Edizioni, 2023


Il sapore è quotidiano, del cibo annerito
sui fornelli, e un sollievo di torta alle mele.
Non c’è altro da prelevare all’incoscienza
tenuta nel rilievo
di una telefonata attesa, e subito
ritratta
dalla mancanza d’aria che si apre
appena prima di avvistare
le pareti, o sospettarle.

*

Così è il turno degli oggetti:
anello come anestesia
colpa come cibo accantonato
pozzo come pianto
bianco come braccio che si blocca
letto come lingua o come fiume
che si spacca
come fine.

*

trattiene solo un filo
degli inverni mai contati
la sottile disciplina dell’acqua
che goccia a goccia
smentisce la roccia.

*

Come ricavare dal fango
il senso corale del danno?
Ci si addestra a enumerare
i personaggi della storia:
la matta l’adultera la vedova
la madre la croce l’esercito
di girasoli in marcia compatta
a rinominare la luce.

*

Dal dolore si spalanca un’aurora
di gratitudine, dice il parroco
nella certezza del porto.
Penso non è per tutti
l’altra riva:
il vocabolario di avanzi
sembra staccarsi dall’altare –
umanità minore
agghindata per un’ultima cena.

Della passione, penso
è rimasto solo il mare.

*

Parla la paralisi

Passeranno
anche questi risvegli senza corpo
fatti di stoffa
come certi ricami malriusciti
che si sfaldano piano.
Ti parlerò di me,
delle briciole nascoste
per la paura di tornare
e rifarò il letto
al primo appuntamento
per non rischiare tracce
che decidano per noi.

*

Parla il tempo

Le ore trascorrono nebbiose
ma se insisti è l’occhio
a reclamare i colori
e scavare valichi e dolcezza
come un affetto
o una colpa che scompare
senza artigli.

*

Silvia Patrizio è nata nel 1981 a Pavia. Tutte le sue passioni stanno nei dintorni della poesia.





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