Stefania Giammillaro, tre poesie inedite


Viaggiano le perplessità dei giorni
lungo le crepe degli affanni

La vanità dei tempi muore
impigliata tra setole arrese
agli ultimi capelli bianchi

Dimentico è il volo
sulla curva delle scale
quando la terra trema al rintocco
e il coltello è mantra devoto
sui ceri spenti di un baccanale.

*

Hai votato la tua sacra bellezza
al tabernacolo di amanti senza tempo

Hai offerto seni turgidi
all'usuraia abbondanza
e crocifisso imeni
su lenzuola di salvezza

Hai ingoiato scelte e rimorso la lingua
prima dell'ultimo bacio a stampo
stendendo panni di ghiaccio
su gomiti viola
appesi al balcone
delle marionette

Oggi dimentichi la tua forza
e se esiste giustizia che riscatta
la perdi al rigore dei birilli
nel travaglio di un parto, senza nascita.

*

La geografia del corpo
non sconta il peccato originale
quando le narici adescano il polline soffiato
dal feroce ritardo di fine maggio 
"La primavera può ancora arrivare"
schiaffeggia il sussurro 
su chi trattiene il tumulto nelle ossa 
e fino alle arterie nuoce il fumo
che indossa la bestemmia 
di non essere come vorresti.

*

Stefania Giammillaro (Messina, 1987). Avvocato e Dottoranda in diritto processuale civile all’Università di Pisa. Ha all’attivo due pubblicazioni: Metamorfosi dei Silenzi, Edas, Messina, 2017, e L’Ottava Nota – Sinfonie Poetiche, Ensemble, Roma, 2021.




La poesia contemporanea in lingua italiana