Gianluca Capozio, tre poesie inedite
Una fine
Sarebbero bastate le tue mani,
una lama gentile in protezione
contro ciò che più non conosco,
un estuario di pelle lucida.
Avrei voluto tenertele strette,
sentirle sfuggire delicate e accorte
dentro un addio lento e pregiato,
evaporare a passo di danza.
Poteva essere un acquazzone sottile,
una piana calda e accogliente
per salme luccicanti,
stelle morenti cascate brillando.
Di tutto ciò che abbiamo saputo
resta una riga segnata sul viso,
profezia caduta in disgrazia
da un lembo di cielo strappato.
Da questa nicchia lacerata
abbaiano i fantasmi di sempre,
snidati dalle fiamme dello stomaco
come bestie sbardate dal giogo.
Dal tuo passo che sfuma ostinato
ricurvi in ogni abbandono
tornano tutti i miei morti,
il loro andare senza un saluto.
*
Palestina
C’è una voragine
puntellata di bandiere e fucili
ove cadono a migliaia
i figli dei figli
ed è tutto un lenzuolo bianco
dove la Storia prende carne
piegata, non più cieca,
in un moto di pietà.
Spingono a braccia le loro case
i dannati della terra
consumati nell’ultimo incendio.
Altri,
ancora ostinati al ritorno
con pochi sassi restano indietro.
*
Tagli
Un taglio netto ci compone
tutti
dalla cima del cranio
giù
fin sotto i talloni,
dentro,
nei nervi nelle ossa sottopelle.
Siamo tagli
ricuciti a mani nude
in un rito antico come l’uomo,
tornati al mondo nell’ultima creazione.
Una distanza nuova spacca lo spazio,
tra l’utero dell’universo e il centro della stanza
ancora un taglio, poi una vertigine,
un tuffo in apnea nella pancia del mondo.
Tagliati,
tenuti assieme da un demone amico
sulla prossima tela, in un pezzo di carta,
coliamo oro su crepe primitive.
Frammenti rivelati in abito da sera,
con due vesti stracciate,
nudi sfatti candidi sporchi,
tagli detti con dedizione ossessiva.
Ferite rintracciate sottovoce,
preziose escrescenze sanguinanti
liberate da un grido di bellezza,
tagli da salvare per non sciupare il dolore.
*
Gianluca Capozio nasce a Foggia nell’Agosto del 1988. Studia Storia, Etica e Filosofia, scoprendo poi nell’Arteterapia la propria dimensione. Ad oggi tiene corsi di scrittura creativa e narrazione del sé nella relazione d’aiuto in contesti di marginalità.