Mattia Cattaneo, “La neve impressa”, Architetti delle Parole, 2024
Entrare in un nodo
sviluppare il suo nastro
e ritrovare la ruggine
sotto i crocevia
dove l'odore della realtà
si compie in parte
in questo continuo scambio
di cose improvvise
affrontando i morsi
l'insurrezione del fuoco
le ferite d'innesto
trappole di lutti lunghi
s'impenna
alla radice
l'anamnesi di questo silenzio.
*
D'inverno
l'alba disegna
il colore del metallo,
gli alberi,
nervi rigidi,
segnano
il profilo della luna china.
Frutti amari
in questo tempo
di mandorleti sottili,
il tuo bianco ventre
matura latte
- ne sento ancora il sapore -
ma sazia il
luccichio del grano:
ciò che accade,
non svanisce mai nel buio.
*
Il plaid con gli orsi polari
accarezza il tuo pigiama a rose fiorite
o appassite dentro un letto antidecubito
dove dormi
sopra barche mistiche
piene di parole
nude
diluviate
che scendono
fin dove non c’è risalita.
*
Ci rivedremo
una volta al giorno
sotto l’ombra del platano
o nella corsia dell’ospedale
quando la neve impressa
nei pertugi dei rami
coprirà i cortili
e lascerà intatti i tetti.
*
I luoghi
custodiscono
lo stupore di quelli
che raccolgono da soli
le idee sfuggite
le finestre vive
al richiamo della notte
allungano fiori spioventi
e un pallone bucato sull'aia
spogliato delle grida dei bambini
due vicoli ciechi
e quattro nuvole viola:
la pioggia infuria
sulle abrasioni dei muri.
*
Lei
grandina sui vetri
nella cura dell'ora
dove l'odore del risveglio
è lo stento
della prima brina d'ottobre
il ventre
nicchia e traliccio
senza bruciori nel petto
mastica terra desolata delle tempie
a trapassarci
un sussurro di nebbia densa.
*
Mattia Cattaneo è nato a Trescore Balneario (BG) nel 1988, abita a San Paolo d'Argon (BG) ed è laureato in Scienze della comunicazione. Ha pubblicato alcuni libri di poesia e tre romanzi.