Michele Lacava, tre poesie inedite
Succede al fiume che si secca
farsi letto per le carcasse
mentre intorno l’erba cresce e noi
seduti a domandarci perché qui non piove.
L’acqua, un tempo, scorreva senza scomodarci
cercavamo i ciottoli per valutare quali incidere.
Li provavamo tutti: quelli lisci, quelli aguzzi,
quelli scabri e frastagliati li toccavamo cauti
per evitare di ferirci e lasciare il nostro sangue
appiccicato come le promesse al tempo.
La pioggia ancora non si vede.
Ed è come se la lingua non avesse più saliva
e le parole giunte alla salita
non potessero più uscire.
Rimarrebbero sospese, avvolte
entro un nodo in gola stretto
più dei denti quando vuoi urlare
ma hai paura di svegliare ciò che non ti fa dormire.
*
Eravamo nel torto
eppure chiedevamo l’amore.
Nessuna voglia di corrergli incontro
eravamo fiammiferi,
qualcuno più brusco si accese.
Tutto bruciò, consumandosi in fretta.
Poi, il fuoco si spense
la cenere fece il suo corso.
Morimmo anche noi
lasciando una luce negli occhi
a chi stanco si arrese.
Muore così chi vive d’amore:
bruciando con il sangue che brilla.
*
Negli occhi dei gatti la tempesta è passata
ma sulle dita dei morti restano i graffi
e i grani delle preghiere inevase.
Una volta mi hai detto che siamo candele,
bruciamo senza mai divampare
e poi ci sciogliamo in un lago di cera.
Ma fino a quando la fiamma resiste
-anche se piccola e tenue-
le mie mani e le tue danzeranno sui muri
come ombre di vita a passo di luce.
*
Michele Lacava è nato a Tricarico (Mt) il 6 maggio 1997. Cresciuto a San Chirico Nuovo (Pz), attualmente vive a Bologna dove studia scienze politiche all’università e lavora nell’ambito dei servizi ambientali. Ha pubblicato la raccolta poetica dal titolo Le strade dritte sono senza stelle (De Nigris Editori, 2023).