"Fresco di stampa": Augusto Pivanti, "Confluenze, poesie scelte 2004 - 2023", collana Lietocolle, Ronzani Editore, 2024
L'eco dei miei passi
Costruisco il giorno
sull’eco dei miei passi
e, sordo
il tacco della nostalgia
incide il selciato del tempo.
*
Liturgia del silenzio
Cantiamo il gesto d’urlare
il poco da dire, da fare
per il molto che rimane, l’apparente utilità
del nostro vivere.
Lieve rimane il modo di tacere il giorno
immergendosi nell’acqua
d’un Giordano altro, liturgia del silenzio
che s’affaccia sull’inizio delle stelle
senza più parole.
*
Tempo d'improvvisi addii
Ti travaso per osmosi
nell’acquasantiera che non sono
e ti invoco – anima – sopra
i cortili dell’infanzia
a sorreggermi – per il troppo
coniugare all’imperfetto – in questo
tempo d’improvvisi addii.
*
Il nostro dire
È terra masticata di risulta, il lato
frequentato dal periodico insediarsi
nelle notti – un buio ecoico, le falene
disimpegnate dal riflettere – l’estate
a promettere un caldo sudaticcio.
Dimentichiamo in fretta i viali
dell’infanzia, quando ci coglievano luci
in solo sogno, quando anche un minimo
bagliore di cielo aveva somiglianza
con il nostro dire-non dire più profondo.
*
Un mare differente
Sembra un mare differente
con me – la notte, lo stellato distante
gli astri convessi, le crescenti
maree – i pensieri spalancati
al ventre appesantito del buio.
Sento onde rifrante migrare
– di me – repentine, a cambiare
il profilo di scogliere mioceniche
senza che avvenga una ruga soltanto.
Mi sporgo – annusavo le forme –
abbraccio soltanto la luna, che cerca.
*
Nel gorgo di terra
per Wislawa Szymborska
Affogo in te come nel gorgo
di terra che liofilizza l’acqua,
paradosso che genera il mistero
della tua assenza – tu, oceano minimo
che ha addomesticato i pesci
del mio acquario. Nulla di te si fa
memoria, s’incammina il carro degli affetti
– mosso da un regale traino a sei – verso
la corte dei miracoli che sta
fra le tue scapole e il diritto
d’asilo della mia bocca sul tuo sterno
difeso dalla paura.
*
La salvezza del cielo è all'alba
La volta celeste cade di luce
morta nel tempo siderale. Gli occhi
osservano il nulla denso di stelle
scomparse, in mezzo
a un buio che non sa giustificarsi.
La salvezza può giungere solo
con Venere, al mattino, quando
si stabilisce la verità del giorno
e gli sguardi collimano con lo sguardo
di Dio, nella diversità dei cieli.
*
Questo attendere
La pronuncia di un nome sconosciuto
reca in sé il bisogno d’altri alfabeti,
di vocabolari popolati da future bocche
odoranti di sorrisi senza premeditazione.
Questo attendere gioca sul filo del languore
che genera l’avvicinarsi inconosciuto
a un io diverso dal sé. Ed è qui che si compie
il sortilegio, è qui che trova generazione
la scoperta di una pelle che non sapevamo,
è qui che prende consistenza un verso
senza necessità di metrica, perché inventato
occhi negli occhi di occhi solo immaginati,
eppure veri e pieni dei riflessi d’una laguna
finalmente amica, di un animo aperto lucido,
combaciante e senza il dubbio di non sapere
da quale parte lasciar sorgere la propria luce.
*
Augusto Pivanti (Feltre, 1962) si occupa – silenziosamente – di poesia. Come autore ha scritto una dozzina di sillogi; tra esse: Memoria dell’acqua profonda (prefazione di Giancarlo Pontiggia), Biografie della nuda voce (prefazione di Guido Oldani), I nomi impliciti del tempo (prefazione di Piero Marelli), Epifanie della maternanza (prefazione di Maurizio Cucchi). Con l’amico Alberto Casiraghy ha partecipato alla nascita di alcuni Pulcinielefanti. Come editor, ha collaborato alla cura di oltre 500 libri Lietocolle dal 2010 al 2021 – anno di chiusura della Casa – e prosegue in qualità di direttore della Collana Lietocolle, ora in Ronzani Editore. Segue dalla nascita – nel 2014 – le Collane Gialla e Gialla Oro del Festival Letterario Pordenonelegge. Confluenze è la raccolta di suoi 20 anni di poesia.
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