Giulia Catricalà, tre poesie inedite


Dire un padre come dire parole
dire la solitudine di una foto sul comò 
il falò nervoso del tempo…
No! 
Se mi manchi- allora-
ti elenco in un aneddoto:
così come dire
Ricordi quel giorno in spiaggia?
la fissità del frinire 
la tua voce in un drone
lo sfrigolio della schiuma 
dopo il tuffo - e poi giù a ruzzolare
sul fondale.
Ricordi 
Io che saluto i passanti  
e tu che ricambi con un gesto,
Sempre tu, dall’androne dell’universo. 

*

Al posto delle ali 
una gerla di vimini
dove raccogli funghi,
forme millenarie da decifrare 
come il sorriso di tua madre,
e la sua giovane felicità di cent’anni, 
cento aghi tra le labbra 
per dirti “non ti preoccupare”.

*

Cerco un padre per chiudere il cerchio,
un aldilà che maceri nella memoria
che il primo tuo bacio è appeso tutto 
a una lucciola nell’oscurità. 
Scavo sotto la radice,
c’è sfolgorio di terra argillosa
cerco il tuo indice che mi indichi un volto
nel vuoto come una posa.

*

Giulia Catricalà nasce a Roma nel 1990. Si laurea alla facoltà di Lettere e Filologia della Sapienza e prosegue gli studi presso la scuola di giornalismo della Luiss Guido Carli. Gestisce la pagina Instagram Elettropoesia dove promuove la diffusione della poesia contemporanea. È autrice del libro di poesia La rosa sbagliata edito da Fallone Editore.



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