Maria Consiglia Alvino, "Elegie per Calypso", Delta 3 Edizioni, 2023


Scordando Itaca

Il sole smargina le cose,
le colline, le case, la strada,
la strada. Luce sciante
sui noccioli, nel sangue,
vento forte sulla disconnessione
presente.

Un’auto bianca scorre distante.
Condomini di sonno e un monte
da scalare nascosto, l’infanzia.

Tutta questa vita.

Siamo luce, non so.
Definire, disegnare,
che poi è la stessa cosa,
fiori sbattuti nel blu.

Cosa resterà di me e di te
un testo apocrifo senza titolo
diario di un mare altro
di un altro verde,
un’estate chiara, lontana.

*

Lievito madre

Le cose che guardo sono tutte eterne
erano qui da tempo, nella congerie
di attimi e fotoni, senza tempo.
Tu ridi. Un altro giorno ha tolto
una gioia fugace, l’ossessione del presente.
La paura è un lievito madre
cresce nella notte ed è la vita,
la vita che ci ostiniamo a dare.

*

Penelope

La notte è lontana, giorno ancora
non volge.
Proverò ancora a osservare
il moto vitreo dell’acqua,
i fiori che a cento popolano la sabbia
il gabbiano silenzioso che plana.
Cercherò parole al fondo
imbrigliate nella rete,
in ogni trasparente luce.
Quando svanisce, tutto si rivela.
Mi toccherà aspettare la notte
vergine di stelle, stringere
un’alleanza con ciò che sta sommerso
le più remote galassie dell’universo,
la vita vera che si pensa e non si vive.

*

Odisseo

Sono ancora a questo lido petroso
la lacerazione presente
gli dei sospirano intorno
mandano luce dai sassi.
Misuro i passi sulla sabbia
dichiaro guerra all’estate,
a questo incanto oltremare.
La lingua batte
un tempo frenetico
giga di cicale.
Questo dio che mi contiene
lo sento accogliermi fremente,
non lo so chiamare.
Ci sono scismi di onde sui lidi
qualche eroe. Forse è il destino
di tutti sognare e poi
morire, senza darsi un nome.

*

L’altalena

C’è una cornice e sei tu.
Lo steccato oltre la fronte,
gli occhi, mai
che mi senta all’altezza.
Cerco margherite, dischiuse
parole, perle lasciate
al porcile, scordate.
Anche i muti giganti
mi udranno, i muri, eccelsi numi.
Gioco un gioco per coraggiosi,
per bimbi,
l’altalena dei vinti.
Decido di essere salto
non più terra, non ora.
C’è una cornice più grande in alto
un quadro immenso,
sei Tu.

*

La bambina che non fu

Il raggio del sole sa scavare la terra.
La tua voce è piccola, lieve a tratti grida
come un’intermittenza di sole tra le nubi.
Girano le pale sulla collina
forti come il dolore quando ti sposa.
Il vento che mi porta è l’unico maestro
l’unico che sa anche restare.

*

Maria Consiglia Alvino (Avellino, 1987). È dottore di ricerca in Filologia, con specializzazione in letteratura greca antica. Insegna lettere nella scuola secondaria superiore. Fa parte della comunità poetica Versipelle. Suoi testi in poesia e prosa sono apparsi in blog, riviste e antologie. Ha pubblicato nel 2022 il suo romanzo d’esordio A volte la neve (Readaction Editrice, Roma) e nel 2023 la silloge poetica Elegie per Calypso, Delta 3 Edizioni. Come traduttrice, ha curato i seguenti volumi: M. Grassi, Our Energy, Readaction 2022 (traduzione da italiano a inglese); A. Griva, Uno scuro filo annodato, Controluna 2024 (traduzione da greco moderno a italiano).





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