"Anteprima Portosepolto": Biagio Accardo , "Esercizi di riparazione", peQuod, 2024
Cofano
Nell’aria sfatta di un garage dialoga
con cose vecchie, lasciate
e dimenticate. Sua vocazione
fu la pietra frantumata
da gettare lungo i binari della valle,
suo altare la spalla annerita
di un uomo che fu mio padre.
Mansueto, ebbe un cuore
sassoso, di gran peso, senza mai
lasciarsene sopraffare, reggendo così
– cofano sventrato, cofano
svuotato – la pietra prima, la polvere ora.
*
Esercizi di riparazione
Riparare, rialzare, aggiustare: ci rimarrà
solo questo da fare. Lasciamo a Dio
la creazione, l’incessante compito
di guidare l’invisibile filo che dal Big Bang
conduce sino a noi e, forse,
a un altro e più sconosciuto noi.
Il nostro è il piccolo mondo degli umani:
ci fa cornice solo ciò che ci somiglia:
la rondine che se ne va, la neve
che si scioglie, il vento che s’acqueta. Forse
è questo il compito che Dio ci lasciò
quando si separò da noi in un momento
che non riusciamo più a ricordare:
riparare ciò ch’è rotto, risanare ciò che si ammala,
rialzare ciò che cade: in questo, credo,
la frazione in noi della sua divinità.
Per questo Dio è lento, lento di anni,
miliardi di anni, lentissimo: va avanti
e non vuole perdere nessuno, proprio nessuno.
Credo ci guardi e c’immagini
come solo lui sa, mettendo le mani
proprio lì dove il disegno scolora, la meccanica cede,
finché non riecheggino i nostri passi
sulla ghiaia di un giardino.
*
Non c’è più tempo per uscire. Il merlo
traversa il riquadro di cielo
che mi è concesso di guardare,
e il pettirosso, più esile di un pensiero,
è venuto sul balcone a salutarmi.
Tira una cruda e scarna tramontana
che spolpa strade e netta angoli.
Non c’è più tempo per uscire: metamorfosi
sono attese, finzioni dell’anima,
abitudini a interloquire con lo stesso
che ogni giorno s’agghinda a diverso.
*
Che ardua rima sei stata amore, che aspro
verso. Di tutte le misure, tu
la più indomita. Le più dure vocali
in te s’adunano e fanno guerra.
Tutti i metri ho pareggiato,
ma tu resti per me come sul foglio
lo sgarro, lo sberleffo che irride il cerimoniale,
la mano che scancella il tanto fatto.
Altra musica scrivevi, altro spartito, dissono
e maldestro, ma era vero, più del mio
col tanto inchiostro perso. Se mai
vi fu un vero verso, di certo fu quello il tuo:
spigoloso e duro, affatto bello,
ma netto, chiaro, mai controverso.
*
Questa parola
Passerà pure questa parola, ma quando
andrà via e si congederà da me
voglio che se ne vada carica
dell’odore delle muffe della mia prima casa,
che sappia dei lastricati bagnati
dal sangue dei miei ginocchi, della nicotina
che ingialliva le mani dei miei nonni.
Voglio che si porti dietro l’odore
dell’origano e quello della farina
sparsa sulla tavola dalle mani di mia madre.
Vorrei infine che sapesse un po’ di te
o Dio, che sei arrivato per dire
e ti sei chiuso nel silenzio, che hai provato
a essere di questo mondo,
senza poter dimenticare di essere dell’altro.
*
Non fare tramontare il mondo
su parole che sanno solo di te, su pensieri
così definitivi da non lasciare
spazio a nessuna contraddizione.
Prima di coricarti apri un po’ le finestre,
lascia che il vento scombini
le parole che ti porterai nel sonno.
Lascia uno spiraglio, non tirare somme.
Non fare tramontare il mondo
senza la gioia d’esserti un po’ tradito.
A volte è più importante perdere qualcosa,
che perdere coloro che ci amano.
*
Dare il nome è un miracolo. Non la sintassi,
solo il nome, e quella cosa non è più cosa,
ha già il suo contorno, la sua sostanza.
Dare il nome è rubare la magia al buon Dio,
fare uscire dal buio, chiamare fuori
da sepolcri di pietra. Chi diede un nome
mischiò materia e anima, le chiamò
a stare insieme per l’eternità. Capisci
perché passando per queste strade,
tra muri sbrecciati o crollati, io non veda
altro che angeli, ali piegate per fedeltà
alla pietra, al suo lungo, ostinato durare.
*
Biagio Accardo è nato nel 1954 a Santa Ninfa in Sicilia. Nel 2009 dà alle stampe La notte ha lunghe radici. Nel periodo che va dal 2010 al 2015 sue poesie compaiono su varie riviste e antologie italiane. E’ del 2016 l’uscita del suo secondo libro, Fratello in ombra, per la Casa Editrice Aletti. Il 2019 vede l’uscita di Ascetica del quotidiano, per conto della Samuele Editore e nel 2022 pubblica Luce del più vasto giorno, collana Portosepolto, per l'editore peQuod.
*
Tutti i libri della collana di poesia Portosepolto sono ospitati in anteprima nazionale su questo blog e sui canali social Poeti Oggi attraverso una selezione di testi a cura della redazione. Portosepolto nasce nel gennaio 2021, dalla collaborazione tra Luca Pizzolitto e Massimiliano Bardotti (direttori della collana) e Marco Monina (editore di peQuod).