Mary de Rachewiltz, "Processo in verso. Tutte le poesie italiane", Bertoni Editore, 2024
Lena sterile
Molto di te si dice, Lena
al tuo paese, molto di te
racconta la Tecla agli uomini
in caccia di frottole.
Ma nessuno ha udito l’asma
dell’SS in licenza
arrancare per il ruvido palo
alla tua finestra socchiusa.
Neppure i tonfi soffocati
della Mauser e degli stivali.
“Es muss gehn — ce la farò”.
E invece no. Dopo Stalingrad
grande grosso e impotente,
soltanto un nido di lendini
generò sul tuo ventre.
E ti ci vollero tre mesi
per crederci, e nove mesi
per ucciderle, una ad una.
*
La stanza
La stanza perfetta contiene
le quattro porte
due ad arco e due quadre.
Chiusa è la prima
agli immediati dintorni
la seconda sprangata
alle occasioni.
Per non girare le restanti maniglie
siedo alla finestra del caos
a contar stelle
perché so
che la terza conduce verso
la casa degli spettri
e l’ultima dà
sulle trombe del nulla.
*
Il solo amico
Animo mio, fatti vedere.
Tu lo sai quanto mi vergogno
a percorrere sola le strade del mondo.
Ovunque vado, vedo che sono in due
uniti per amore o per caparbia
sfidano o sopportano il mondo.
Animo, fa’ che io possa uscire
dalla mia stanza a testa alta
al tuo braccio ridendo forte
la lingua a guinzaglio per le strade
o sorvolando ad alta quota il mondo.
*
Figlie
Finiscono le figlie dei poeti
in convento manicomio o suicide,
ma dando ciò che un tempo
per amore donava
ora per pietà verso
se stessa e gli altri ascolta
sorniona un amico che parla
di lussuria: nulla riposa
quanto la libidine ―
insieme a una voce lontana:
si salva chi sa
dedicarsi e non indulgere.
“Il mondo non è finito di fare”.
*
Nelle case dei poveri
Nelle case dei poveri
i bambini dormono con i grandi
le culle servono
ai piccoli incontinenti
e gli adolescenti condividono
il sottotetto con i servi.
D’estate c’era odore di felci
fresche che la madre stendeva
sulla paglia consunta
e dopo la trebbiatura ogni anno
rinnovava il giaciglio.
Io col sole assorbito dai piumini
mi addormentavo felice
con una mano storpiata dalla guerra
nella mia piccola mano. Felice.
E tu? Ti meravigliavi
che in tante notti d’amore
come cucchiaino nel cucchiaio
mi addossavano al tuo petto
stretta e persino nel sonno
baciavo la tua mano. Felice.
Di un amore lontano restano
i sapori di felci amare
e i sospiri felici.
Ora una vecchia tranquilla
si addormenta e si risveglia
con un rosario in mano.
*
Ai primi venti di marzo
Ai primi venti di marzo
le foglie del castagno
che più tengono duro
come sorelle mi corrono incontro
lanceolate dal ceppo
che si torce la gobba
sporgendo lungo il muro;
dalla quercia sospesa sull’orrido
danzano in mulinelli a spirale,
ma se il vento s’acquieta
poche leggere e pallide
tirano in alto e gli occhi si perdono
in quel punto dove affiora
un luminoso volto.
*
Vigilia di guerra
Vigilia di guerra. Italsad.
Il televisore è sul davanzale,
macerie e Sadad si muovono
controluce, sullo sfondo in pendio
che anzitempo inizia a inverdire
un piccolo gregge, sette pecore
nere e bianche e gli agnelli sono
concreta filosofia della pace.
Un pettirosso più vicino
sui rami del bosso picchia
contro i vetri, si spezza e sanguina.
*
L’intelligenza dell’artista
L’intelligenza dell’artista
è la stessa intelligenza
che sta nel nocciolo di pesca,
nel chicco di grano, nel seme
di carota. È la vena che conduce
ai diamanti, il cancro che produce
la perla. È un dio quando crea il bello,
un vate quando vede il vero —
avventuriero dello spirito
quando spazia oltre confine.
L’artista generoso sa guarire
l’inedia e l’avarizia,
quando si dona e ci dà
la sua parola, conduce.
*
L’assai schizzinosa signora mente
Prende tanto tempo l’amore
e le mie forze sono in calo.
Mi chiedi per lettera: credi
che mai ci rivedremo? Non so
se ne valga la pena. Siamo
sfiniti dal lungo aspettare.
Due tronchi coperti di muschio
e di licheni mi paiono
i corpi, già saranno meno
ruvidi al tatto nella mente
se nel ricordo li soppeso
lisci come ciottoli bianchi
nel chiaro fiume, betulle
che sul monte si inchinavano.
*
Mary de Rachewiltz nasce a Bressanone il 9 luglio 1925 da Olga Rudge (1895-1996), violinista americana cattolica, e dal poeta Ezra Pound. Nel 1952 Mary pubblica la sua traduzione di La prima decade dei Cantos, composta in parte (come i volumi seguenti) in consultazione col padre; nel 1961 uscirono I primi trenta Cantos (Lerici-Scheiwiller) e infine nel 1985, per il centenario di Pound, l’edizione integrale dei Cantos (Mondadori). Per l'editore Scheiwiller pubblica i libri di poesia: Il diapason (1965), Di riflesso (1966), Processo in verso (1973), Polittico. Poesie 1985-1995 (1996), Escono anche Gocce che contano a cura di Luca Cesari (Raffaelli, Rimini 1994), Canzoniere (ivi 2002), l’antologia L’economia amorosa, postfazione di Giancarlo Pontiggia (Coup d’idée, Edizioni d’Arte di Enrica Dorna, Torino 2018). Scelte di testi sono apparse su “Nuova antologia” (1990), “Poesia” (86, 1995; N.S. 2, 2020) e “Studi cattolici” (1993), rivista che nel luglio-agosto 2015 ha dedicato un quaderno ai suoi 90 anni.
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