Monica Savoia, cinque poesie inedite
Sorpassa ruminando
Il cielo questa
Terra nebulosa più
Dell’acqua,
Vapore liscio
Che chiamano immanenza ben
Prima ancora di stendere le ali.
Ma se questo è il mondo
Dov’è che oseremo un’intuizione,
Siediti e ricama,
Annusa questo niente che ti plasma,
La speranza di cui si fanno povere le mani.
*
Forse il congedo
Partirà dagli occhi
Ultima lama ferale
Al petto intrusa
Notte che si abbevera
Ai breviari abbandonati
Su ciottoli notturni
Ombre ricalcate
Di chi riluce nel crepuscolo.
Forse a saltare
Sarà la venuta al mondo
Delle idee, degli abissi
Intrecciati a stelle
Dispettose a farsi beffe
Di ogni vivere e morire.
Forse l’ovale
Non reggerà più il viso
E a restare sarà solo
Una presa in contropiede
Nella foce discrepante
Dove a roteare si ostina soltanto
Questo cumulo di nervi.
*
All’ombra di ogni alba
Tramonterà il ristoro
Che ti è toccato
Per difetto,
E ancora ombre si allungano
Sui declivi dell’armonia
Le spemi a rimpiazzare,
Ai margini di nuove morti
In fasce, dove l’uggia
Ci troverà da tempo pronti
A seppellire la salvezza.
*
Arriva, sfiatato
Il dono
L’enigma
Dichiarato conveniente
Mentre niente davvero
Anticipa un possibile
Avallare dottrine sazie, la
Terra a farci da utero e placenta.
E cado
E duole il mare
Che mi accoglie
Nelle convalescenze impossibili
E prive
Di concime a nutrimento
Di chimere
Di morti che possano
Dirsi premature.
*
Hai scavato la notte
Nera come pece
L’ossario nel singulto
Dell’aurora.
Tieni stretto ogni dolore da
Offrire come obolo
La bandiera a solletico
Dei mari.
Statico il timone tieni
E ti è amica la partenza.
La lunga illusione del cammino.
*
Monica Savoia (Palmi, 1975) è una traduttrice ed editor italo-ungherese, laureata in Lingue alla Sapienza. Ha pubblicato le sillogi poetiche Disforiche linearità, 2002, Montedit, Milano; Ultimo mare, 2012, Arduino Sacco Editore, Roma; Quadretti cretesi, 2023, Kinetès Edizioni, Benevento e Opere e omissioni, 2024, La Rosa edizioni, Taranto. Ha tradotto, fra gli altri, poesie e prose di Dezső Kosztolányi, Lőrinc Szabó, Sándor Weőres, György Somlyó, Krisztina Tóth.