"Fresco di stampa": Antonio Malagrida, "Distanze", Arcipelago itaca Edizioni, 2024


raccontano di un dio che può sbagliare
che s’infuria per un dente cariato
per i prezzi troppo alti delle cure
sapessi come trovarlo
lo cercherei per una passeggiata
invitandolo alla calma a cibi più sani
lo pregherei dovesse tornare al principio
di farci più attenti alle cose
ed in generale un poco più fortunati.

*

come se la cosa non finisse mai
quasi che per diritto mi spettasse
un ciclo perenne di postfazioni
l’indice dei sonni provvisori
una sorta d’autogenesi continua
forse una grazia un terno al lotto

*

Antonio
è umano commuoversi
avere fame
il sapore della panna
chiamarsi per nome
perdere le chiavi
sudare di paura tradire

altra questione
leggere i graffi sulla parete
conservare due scalcinature
passare il confine
riconoscere l’intonaco
sulle unghie di chi appare

*

seguo la linea invisibile sul muro
stupito da meraviglie immateriali
e quel fischio strano che non è mio
forse tuo nemmeno spero bene
arrivi dalla calca, da qualcuno
che agiti il cartello col nostro nome
tra le mille bandierine sul traguardo

*

chissà se per magia del caso
o se per qualche disegno divino
quel fiore mi stupisce
non si accorge di noi
nemmeno del tempo nell’universo
non ha minimo interesse per l’umanità
non chiederà mai perché o da dove viene
non darà di certo voce alle nostre follie
a certi stupidi, inutili ragionamenti

dovrò forse rinascere per capire meglio
intanto osservo passo avanti e torno
mentre ascolto tra gli umani e tutto il resto
il passaggio maestoso del nulla in ogni cosa

*

ma presto rivedremo le briciole
di sole luccicare sopra il mare bello
torneranno le ore di caldo che scotta
la luce meravigliosa sulle lenti a specchio

metterai la solita crema alle sette del mattino
e mentre canta il gallo, tra le buganvillee
ballerai sulla veranda schiacciandola sul viso
come fosse l’ultimo ritocco ad un Monet

vedrai sarà bello perdere una camicia a fiori
leggere il futuro sulla scia della nave
proteggerti da questo mondo così a modo
che davvero poco e niente ci appartiene

*

sei apparso di notte a mezza altezza
arrivato dai tuoi luoghi ad aggiustarmi
il sonno, avevi due buste in mano
color pagliericcio tipo carta postale

una era aperta, intravedevo il foglio bianco
è la mia data, il biglietto d’imbarco, ho pensato
stupito da quel volto pallido e sereno
da eterno giovanotto, come mai sei stato

non ho avuto il coraggio, sono tornato di qua
tutto il giorno ho tolto polvere dagli angoli
sciacquato gli stracci e lavato le mani
ho cucinato spaghetti in bianco
bestemmiando la tua assenza, e quella degli altri

*

ricordo il mobiletto e le due sedie
di velluto tirate via ridendo
dallo stanzino buio e polveroso

buttate lì, pronte alla discarica
con un poco d’antitarlo e gommalacca
le portammo a nuovo, ripresero vita
insieme alla brillantezza che non t’aspetti

chissà se anche per me una luce
taglierà la notte che tanto mi oscura
se qualcuno mi salverà domani
dal degrado dei sensi e dall’abbandono
se anche a noi dopo tutto
spetterà un ripristino in qualche maniera
se tornerà lo smalto di un tempo
se troveremo una casa nuova
magari due buoni vicini

*

nel vicolo più scuro
groviglio di mani e piedi
jeans abbassati
culi
spinte di bacino
sul corpo a terra
borsetta lanciata in aria
vola la bottiglia
uno di loro ride
quello col cappello chiaro
via vai di schiaffetti
sul profilo martoriato
tacco di qua scarpa di là
brandelli di gonna
sangue o vino
oppure sangue e vino
sopra la coscia nuda

rivoli di vomito
una raggiera di scarafaggi
in fuga

*

Antonio Malagrida è nato a Macerata nel 1961. Laureato in Lettere e Filosofia, docente di Lettere, ha pubblicato: Sprazzi e impressioni (Est 1995); A chi è ancora vivo (Amadeus 1997 - Premio “Melisium” 1998, Premio “Cervantes” 1998, Premio “M. Calabria” 1999); Oltre (L’albatro 2002); La tenda dello zingaro (libro + cd, Pequod 2007); Fuoristagione (Raffaelli 2016 - Finalista Premio “Città di Como” 2017); La sabbia e la neve (Grafiche Fioroni 2019); La scia (libro d’arte, con tre opere originali di Rebecca Quintavalle, Associazione Culturale “Italic - Mons. Abbatis” 2021). La sua opera in versi è presente in diverse ed importanti antologie, sue recensioni e suoi testi sono stati pubblicati sui principali lit-blog e su varie riviste nazionali.




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