Simone Beghi, cinque poesie inedite


Agarthi

Un uomo guarda
la grande giostra
azionata dalla mano
di un bambino, torna
indietro nel tempo
diventa suo nonno,
manda coordinate
per cambiare
le sorti di una guerra
attraverso detonazioni.

Sa di essere lì da qualche anno,
prima dell’armistizio, sotto
lenzuola di prato e si aggrappa
alle gambe di mogli
perdute in Toscana.

Ma poi, tutto cambia
i fantasmi di Agarthi
vengono a visitarlo, gli mostrano
il complotto sotterraneo, il brivido
di uno scettro e riempiono
improvvisamente la sua agenda.

Non c’è più spazio per altro:
addio Toscana, addio moglie,
si parte sul treno transiberiano
al lavoro, nel buco ghiacciato
di promesse e prodigi
di eternità, di significato,
abbagli dorati
ai confini del mondo.

Una riga di lacrime
gli corre sul viso in distanza
l’uomo ha paura,
sui peli bianchi indossa
la maschera dei viventi
e la noia di chi
non oggi, non domani
non potendo vivere 
non è morto mai. 

*

La precisione di una frase

Sotto una scala,
il rabbino parlò
delle cose che separano
delle cose che uniscono

mise a posto i concetti
dieci ogni tre scaffali
vendeva
file di consonanti
file di vocali

ogni sua parola
ogni discorso
tutto era deciso,
tutto era preciso
ed era sempre vero.

I saggi si stupivano
del suo asettico
alfabeto esatto
vero, ma lontano
da ogni sentimento.

Il loro compito, perciò
fu incasinargli le parole
ogni volta che si perdeva un’emozione
nella precisione di una frase.

*

Egittologia in due atti

I

Bada bene:
di immortale
non verrà ritrovato
quasi niente
a parte
Il profumo
dell'olio.

I fortunati
scopriranno
le monete
sugli occhi
e perle rotolate
nel sacco
del traghettatore.

Solo che adesso
evapora tutto
in un ticchettio,
la radiosveglia
meschina
elimina distrazioni
i giorni le ore,
tutto sospeso:
fine data mai.

I ricchi costruiscono
sempre piramidi
di vite complesse
porzionano ville,
espongono
il marciume
tra i denti
per mostrare
quanto la forza
del digiuno,
del corpo
sia in realtà
l'altra faccia
di una fame
predatoria.


II

Poi si presentano,
cani mansueti
con strane ossa
visibili
razze pure,
fragilissime.

Si incatenano
all'oro dei
copriletti,
attendono neutri
l'orgasmo
dei loro padroni.

Questi edifici
li raccolgono
nudi e sorpresi
in larghe anticamere
dove, a stento,
si lasciano fotografare
con altri
simili a loro.

La pelle trasparente,
l’iride nera lascia
presenza di squame,
una traccia, che ancora
respira, ma poco,
e innalza il profitto
di grafici e tabelle
iscrizioni,
anche se ormai
non c’è più nessuno
che traduce.

Mattone dopo mattone,
è cresciuta geometrica
l'oscurità, l’incenso
sale nel punto cieco
centrale al soffitto:
è l'anima,
ormai
In trappola.

*

Indovinare la fine del tempo

Sospesa
la narrazione, il ragionamento
a tratti interrompe una stanchezza,
i cardini dorati di una porta santa.

Meno cuore entra,
più ci finisce polvere:
serve a misurare le sconfitte,
gli interstizi tra le rughe d'espressione.

Dentro,
un omuncolo ci vive
e divide le pietre
in due mucchietti distinti:

da una parte i buoni auspici,
dall'altra la notte sconfinata.

Ben posizionata,
davanti al buco nero c’è una sedia,
congediamo i nostri amici
avvolgendoli in carta di giornale

sono gli idoli brillanti
da mettere in tasca,
memorie del futuro
di anime perdute.

*

Alla gastronomia

Comprendiamo quanto segue:
un comunicato di fredda pace.

Gli amanti d’amianto hanno parole
non escono e non turbano la gente

indossano un taglio di pelle
tra i peli nascondono
fughe, scalpi,
compromessi.

Chi siamo veramente scesi
da un autobus alla fermata?

Guardiamo la risposta fredda
di un controllore
che ci dà un resto di moneta,
l’accordo stabilito
dell’insoddisfazione.

Siamo citofoni scordati
altari di quiete, dettagli rimossi
da patine in pagine sporche
un abbaglio felice, il semplice abisso
di un cristo consumatore.

Chi rade l’acciaio
con grafici onnipotenti?

Siamo noi, custodi gelosi
della solitudine,
e, adesso
alla gastronomia,
serviamo
il numero venti.

*

Simone Beghi è nato a Ferrara nel 1978. Come musicista e cantautore, nel 2010 ha portato live Lucistante (trio acustico) e Dioscuro (duo di musica elettronica e parole). Collabora dal 2012 con il poeta Fabio Vallieri (Ladolfi Editore) nel progetto di spettacoli dal vivo Tetro, Dissonanza D’Urto.  Come autore di testi poetici ha ottenuro dei riconoscimenti. Psicologo e psicoterapeuta, vive a Modena e lavora a Bologna nel mondo organizzativo industriale.



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