"Fresco di stampa": Marilena Renda, "Cinema Persefone", Arcipelago itaca Edizioni, 2024
l’inizio è come la fine
non toccarmi
un pensiero
un allarme
suonato dai nervi alla pelle.
la pelle è giovane,
la pelle è vecchia,
si fa ingannare
dai varchi
dalle parole che ruotano
nell’aria mossa da Ade
dagli specchi
che si muovono
*
hanno traslocato per sparigliare, i comodini, le coperte
i serpenti e i gigli del campo
si agitano nelle scatole
è lo stesso cielo che brilla agli inferi – Persefone
la sentiva battere dentro, la donna morta –
qui però il sole ti trova a tradimento
*
nascondono in pancia le frasi innocenti
dopo tanto tempo nessuno ha colpa del silenzio
Persefone è convinta che guardare il telegiornale
attiri i cattivi pensieri degli spiriti infelici,
e in ogni caso è difficile sopportare il dolore.
le parole inutili nutrono la terra del suo amore
*
in un altro momento della storia
dimentica che il tempo non ha dimensioni
tutto si accartoccia dentro
come ogni altra cosa
l’acqua è tutta fango
e mancanza di salvezza
in un altro momento, ma non importa
gli insetti, i pesci del mare
piangeva
il mare era lacrime
tutto fango
*
mentre cucina si ferisce
i chicchi di mais scottano
fuoco, ma lui ha un olio
lo spalma sui punti arroventati
non si stanca
è incinta,
ma di molti bambini
come faremo? e mentre lo dice
sprofonda
che ne sarà di me?, chiede
è buio
sta già nuotando coi cigni
i cigni non capiscono
viene dal cielo o dall’acqua?
non importa
la terra si allarga
i bambini nascono e nuotano
il mondo potrebbe nascere anche così
*
il cielo è pieno di stelle e tutte brillano
niente le ostacola, tante fanciulle
dal volto di Persefone stanotte
dormono appese ai rami degli olmi
forse è questa la sapienza, dice piano
per paura di ascoltare la sua voce
bamboline che portate il mio volto
non vi vedo ma non importa
ho la mano piena di spighe
non vi temo, non temo niente
non temo la moltiplicazione del mio volto
non temo la morte che porto
non temo le mie sorelle coi capelli bianchi
il sonno, la terra, la vendetta del sangue
sono io sempre, l’oscena, la stellata,
anche se sui rami brillano altre stelle:
acceso o spento, il mistero non si può dire
perché è niente, niente da vedere
niente da nascondere, niente da toccare
*
Marilena Renda è nata a Erice nel 1976 e vive a Bologna, dove insegna inglese. I suoi libri sono: Bassani, Giorgio. Un ebreo italiano (Gaffi 2010), Ruggine (dot.com press 2012), Arrenditi Dorothy (L’orma 2015), La sottrazione (Transeuropa 2015), Regali ai fantasmi (Mesogea 2017), Fate morgane (L’Arcolaio 2020) e Fuoco degli occhi (Aragno 2022).
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