"Anteprima Portosepolto": Andrea Tuccini, "Le case chiuse", peQuod, 2025
Annunciazione
Il tramonto
sembra avere più fretta,
come le cose raccontate
da chi ha poco tempo:
sarà perfetto ascoltare
le nubi in lotta,
mentre l’aria intorno raffresca.
Un tempo la mia vita intercettava
moti che annunciavano tempesta;
ora mi sciolgo a ombre non mie,
rassereno anche se fuori piove.
È giunta l’ora di guardare altrove:
al panorama sconfinato,
dove nessuna estate langue.
Che arrivi, dunque, la bufera,
gli alberi si scuotano nel vento;
non c’è nessun angelo a bussare,
solo le prime foglie gialle.
Ti accompagno,
ma non posso entrare.
*
Raccontami dei vivi
Raccontami dei vivi e potrai fermarti
nel mettere male il piede
alla conquista della memoria,
una strada di montagna
dove è impossibile tornare indietro.
Sai che non ho paura?
In quelle case abbandonate
che il tuo sguardo spalanca
non vi abita più alcun fantasma.
*
Nave in fiamme
Non è vero che resta la parola
tatuata sul bicipite infiacchito;
la polena non irride più le onde
e il vascello
dal nome che ci tiene uniti
chissà dove fa rotta adesso.
Se dico che ogni cosa
qua s’incaglia,
che basta poco perché scuffi,
o batta in testa,
sarei ingrato.
Che strano modo di lasciare gli altri:
io metto anelli, perdo foglie,
frinisco a ogni stagione.
*
Le case chiuse
Credo nel lichene
e ho fiducia nella gazza.
Davanti a questa porta
ritrovo l’algebra indigesta
prima della riparazione –
ma non sono nei miei pensieri
e neppure altrove.
Il silenzio
ha l’odore delle case in cui il tempo si rifugia
per figliare giorni
che non verranno celebrati
sui calendari,
né baceranno santi.
Ci sono i boschi, i mucchi d’erba tagliata
e gli affari di famiglia lasciati a fermentare
in un angolo di eterno.
A ciascuno il proprio dio.
Il sole infilza la soffitta
la polvere che filtra.
L’avanzo di divano
è una culla di ricordi e scarafaggi.
Con le foglie impigliate tra i capelli
conquistiamo la cantina, scricchiolando
di gradino in gradino.
Ormai è certo:
l’abbraccio di vitalba non riscalda
e la memoria ancora in piedi nella stanza
appartiene a un arredo non più mio.
*
Lumache
L’ultimo gesto dell’animale
caduto in acqua
è stringersi alla foglia più vicina.
Occorre slancio
per la vita da strappare lungo i bordi,
nell’attesa di risorgere dalla sabbia
con le balene di queste colline.
Anche le lumache
oggi fanno festa:
sono uscite dai loro alloggi
e come Lazzari sfrattati dal sepolcro
si ritrovano tra l’erba,
seguendo sentieri di bava.
Abbiamo già abitato i nostri sogni,
non importa se tuona in lontananza,
se l’orizzonte è un vibrare di scintille:
ovunque la luce posa
le sue impronte
e non piove più.
*
La gazza
Ho sperato nella tua liberazione
anche in barba alla stagione venatoria,
con gli assioli raccattati mezzi morti
e le civette.
E sì che hai falcato l’aria
prima di sparire controsole:
il colore iridescente sul tuo fianco
è riuscito a trattenere quello spazio
nella scatola da scarpe
in cui ti sei fatta angolo, impaurita.
La natura del gioco che trasforma
una ladra di frammenti
in creatura che onora il cielo:
per questo verrai assolta,
non importa se hai rubato cianfrusaglie
o se beccasti sulla strada le frattaglie di animali.
Sarai,
in altra forma sei già parte degli stormi.
*
Andrea Tuccini, nato a Castelfranco di Sotto nel 1966, vive a Montopoli in Val d’Arno (Pisa). Biologo di formazione, alla ricerca biochimica presso l’Università di Pisa e alla Scuola Superiore Sant’Anna, ha affiancato un’intensa attività di scrittura di poesie e canzoni. Le case chiuse è il suo libro d'esordio.
*
Tutti i libri della collana di poesia Portosepolto sono ospitati in anteprima nazionale su questo blog e sui canali social Poeti Oggi attraverso una selezione di testi a cura della redazione. Portosepolto nasce nel gennaio 2021, dalla collaborazione tra Luca Pizzolitto e Massimiliano Bardotti (direttori della collana) e Marco Monina (editore di peQuod).