Gian Piero Stefanoni, "La costanza del cielo", Il ramo e la foglia edizioni, 2024


Tutti gli addomesticabili mondi

Tutti gli addomesticabili mondi
e gli ordini eternamente riferibili
ma sotto qualcuno ha parcheggiato
di nuovo di fronte all’uscita - e il mare
non ha confini non accettando più di bussare.

Così, nel sonno, sei ancora tu l’intruso,
l’occhio lungo la spina di pesce, la notte
senza riflessi nel giorno che cede alla sete.

*

Il sogno degli altri

Nella costanza dei morti,
nel loro tornare e aggiungerti al numero,
giunge poi il tempo del sogno degli altri,
della spinta che il mondo ti chiede,
dell’alba dispersa nei mondi ormai muti.

Giunge poi il tempo infestato dalle scimmie,
della casa bendata, delle mura bagnate.

Giunge poi il tempo in cui finalmente ti trovi.

*

Dall'Europa

Casa è dove hai il tuo mostro.

È questo l’odore della morte
che si fa abitudine, questo lo scarto
del legno che si fa fondamento.

Non ha più sorprese la scrittura del mondo.

*

Il cielo piega la testa

Il cielo piega la testa,
l’amore guarda
e restituisce, senza aggiungere
per la notte che verrà
e a cui non sapremo rispondere,
perché l’opera non è di uno.

Ha il peso del pane
prima di essere pagato
e la gioia del ritorno,
l’ulivo insieme raccolto
e deposto insieme alla morte.

L’uccello non è solo un uccello
dove il sole è basso
e il pensiero brucia.

Il lupo
non ha bisogno di avanzare
per farci cadere.

*

Salite

Perché per partecipata terra
quest’alito breve, questo profumo
al termine della salita che apre all’azzurro
nell’immagine scoperta dell’uomo.

Perché ancora chiede e dà vita
nell’idea dell’acqua la viola del giorno,
nello stelo la mano rupestre, lo sguardo eretto
che chiama ogni ora nel volto
alla ragione dell’altro.

Perché dalla screpolatura del labbro
e del corpo, nell’umido amore,
nella parola che manca il bastevole scambio.

*

Non cede nel passo, s'illumina

Non cede nel passo, s’illumina
nella magrezza, scoperto al suo infermo
e necessario appartenere.

Prende bagliore dai corpi
l’inavvertita altezza dell’arca,
il libero azzurrarsi del tramonto
nel profilo dorato del salmo.

L’occhio nel mio compresso
al medesimo apparire.

*

Gian Piero Stefanoni, nato a Roma nel 1967 dove si è laureato in Lettere moderne, ha esordito nel 1999 con In suo corpo vivo (Arlem edizioni) a cui tra cartaceo ed ebook sono seguiti una decina di titoli. Suoi testi oltre che essere stati pubblicati in antologie e riviste del settore sono stati tradotti e pubblicati in Francia, Spagna, Malta, Grecia, Cile, Venezuela, Argentina oltre che in diversi dialetti e lingue minoritarie d'Italia.





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