"Fresco di stampa": Adriana Tasin, "Voragini d'azzurro", Interno Libri Edizioni, 2025
sebbene fossimo ciechi ci fu assegnato il potere di vedere con le dita – per un tempo breve l’incendio dello sciame di pietre osammo acrobazie per annodarci alla morte nostra sposa * le montagne a guardarle dal centro città paiono celesti, e blu le più vicine, mai diresti che sono di un altro colore e, quando svaniscono al tramonto, restano a separare: le radure | le case | i treni | i mari | le pianure | le autostrade | l’ade * potrebbero essere gioie se scendendo a valle ti venissero incontro le albe si levassero di nuovo le voci sparite invece devi percorrere la cresta in equilibrio scollare lo sguardo dalle mani cercare sempre più in alto il grido * assorto e raccolto, appoggiato alla parete in aderenza, sei due volte fessura e crepa – poca luce dentro – come un cieco tastare a bocca aperta l’inverno l’averno silenzio nevica sulle spalle aria solida di vuoto dunque, alla montagna, tracciata la via del trambusto delle mani del tu...