"Fresco di stampa": Sergio Gallo, "Gleba - ādāmah", Gattomerlino, 2025
Sirfidi
Per tutta la vita ci avete ignorato
come mosche blu o verdi,
scambiato per api obbedienti,
vespe o calabroni da scacciare.
Invece siamo innocue sirfidi,
col dono innato di mimare vite altrui;
succhiando nettare, amanti instancabili
zigzaghiamo di fiore in fiore.
Prosperano le nostre larve
nelle acque limacciose.
*
S'era dunque al termine
d'una nuova primavera.
Lasciarono la grotta
uno alla volta, dopo aver
preso commiato
dai compagni d'avventura.
Grati a quel luogo magico
d'esser stato salvifico;
dimora di curiose creature
e speco sacro ai nativi
agli antenati, agli spiriti.
Il ritorno li attendeva
alla dura realtà del deserto,
dove erano nati e cresciuti.
Solo il ragno si decise
a rimanere nella caverna;
gli altri sentivano forte
il richiamo dell'aria aperta
ai grandi spazi della pianura;
l'istinto di tornare tra i simili,
accudire cuccioli, uova, pulcini.
Guardarsi da vecchi e nuovi nemici:
i predatori consueti e i bipedi,
più efferati sterminatori.
Molte volte essi avevano osato
sfidare le leggi della Natura,
celebrare la morte delle stelle,
disgiungere carne, anima, spirito.
Per simili spietati cuori
nessuna redenzione possibile!
*
S'avvicina titubante la cinciallegra
alla mano carica di semi
che il soldato sporge fangosa
dalla trincea.
Annuncia la primavera
questo paride giallo-azzurro
con trilli vivaci, voli acrobatici
alla ricerca di cibo.
La annuncia anche qui
nell'inferno d'obici e voragini,
i camini decapitati, gli alberi scheletri
dalle braccia spezzate.
La annuncia in egual modo
a occupanti e assediati
russofoni e russofobi,
cadaveri e sopravvissuti:
vecchi, orfani, vedove
impauriti topi che si muovono
nell'ombra, nelle tregue
tra crateri e rovine.
La annuncia come sempre
sotto cieli d'ardesia
edifici sventrati, strade distrutte
quartieri offesi. Lo stupore
per il brillio delle stelle
sostituito dal terrore
per il brillare delle mine,
le piogge di missili.
Storia, geografia, futuro
cristallizzati
come le pareti di sale
delle miniere di Soledar.
*
Nel tempo in cui cadono le api
trafitte più dai pesticidi che dal gelo,
ci troveranno supini in un fosso
o – lingua penzolante, occhi senza vita
di martora, tasso, volpe avvelenata –
riversi sul ciglio della strada;
noi non ci spegneremo in agonia
consunti per le piaghe del letto
al nosocomio, le carni martoriate
dagli aghi, pallida imago di ciò
che fummo, riposte crisalidi
della dignità, il nostro amore
ninfa in atrofia tra organi
in cedimento irreversibile...
*
Specchiature
Considerammo il punto in cui guadare
il torrente. Gli scarponi appesi al collo.
La passerella crollata. La corrente
irrefrenabile, falso flusso informativo
che trascina, serra, imprigiona.
Il lago più in alto, giudice di sorveglianza;
oltre, collegi di nubi minacciose.
Lo sguardo incuriosito degli stambecchi.
Un passo dopo l'altro, attenti
all'alveo viscido, a taglienti rocce.
Ogni sasso uno sgravarsi del cuore,
un sussulto dell'anima, il ristoro
del pensiero. Disdoro mancare la visuale
dalla Cima del Tor. In avvicinamento
lampi e turbini del Dio Thor.
*
Estate
Non dormo. Assilli di lavoro s'addensano,
senza ch'io possa vantarmi o dolermi
d'alcun lavoro. Né pare agevole
inventarsi su due piedi un nuovo mestiere.
Il presente: una minaccia continua.
Tengo la rotta fra dense nebbie;
emorragie d'anime inafferrabili
tra maglie di reti lacerate.
Con pazienza sciolgo grumi di dolore.
Negli occhi, nel cuore la luce
d'un estate primordiale: la tua,
la mia prima estate insieme.
*
Sergio Gallo (Cuneo, 1968), laureato in Farmacia presso l’Università di Torino. Ha pubblicato nove raccolte poetiche: Pensieri d’amore e di disastro, Tipografia Saviglianese 1991; La giostra di Venere, Mario Astegiano Editore 2003; Canti dell’amore perduto, puntoacapo 2010; Pharmakon, puntoacapo 2014; Corvi con la museruola, LietoColle 2017; Beccodilepre – poesie sulla montagna 2006-2018, puntoacapo 2018; Approdi/Landings, Arsenio Edizioni 2020; Amnesia dell’origine, puntoacapo 2021; Eden – Memorie di un cittadino sospeso, Sensibili alle foglie 2022.
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