Manuel Lantignotti, cinque poesie inedite


Mi troveranno con la guardia abbassata.

Sarà un lunedì di festa,
i sedili pieni di voci, una figlia
col tuo stesso soprannome.

Mi troveranno, saprò lasciarli andare:
i frammenti del tuo sguardo,
l’eucalipto e gli uragani
dell’indomito mare.

*

Adeguarsi alle circostanze
affidarsi al sole, alle maree
e mai capire.

Si dica che un senso
l’ho voluto cercare o evitare,
che invece di esplorare il mondo
me lo sono fatto raccontare;

ma se un giorno un pensiero
incresperà le mie rive, ricorda:
due cose le ho sapute fare.

Essere un buon amico e amare.

*

Riposano sul tetto.

La foglia che guardavo
quando hai parlato al plurale;
nella grondaia, quella che copriva
la luna e mi hai chiesto di entrare;
lì quella che vibrava nel vento
quando ti ho stretta, senza respirare.

Danzano, fragili momenti di un autunno
che se tengo la tua mano, riesco a immaginare.

*

Cammino con sicurezza.

Punto al fiore che cresce
nel tuo pensiero, alle labbra rifugio
dei nuovi inverni.

Sei il paesaggio oltre la vetta,
l’aria pulita e lo sguardo che rallenta,
il costante desiderio di scoperta.

*

Appartiene a sé stessa.
Nessuna immagine la cattura,
ha passi svelti. Dallo specchio
ho visto i suoi occhi passare
dal riflesso di lei al mio.

Sorrideva.
L’amore che ha per sé, l’ho custodito.

È una stazione di mare sperduta
dove nessuno dice addio.

*

Manuel Lantignotti nasce a Milano nel 1994. Diplomato al Liceo Scientifico Falcone e Borsellino di Arese (MI), si avvicina da subito alle arti, in particolare alla recitazione e alla poesia. È laureando in Lettere Moderne, è socio della compagnia Teatro Periferico e presidente della compagnia teatrale Atto Cronico. Ha pubblicato la silloge Vista Parco (peQuod, 2022).



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