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Annachiara Atzei, "Inavvertita luce", Eretica Edizioni, 2021

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Il cardo è secco. Sulla strada un campo ingiallisce per farsi guardare: l’occhio trattiene il sole – lungo il corpo, braccia. Lo schiudersi delle parole ci tiene verticali nello spazio del passo - ognuna un seme. Distanti i nostri nomi. * Dopo aver tentato tutto simulare la neve - essere neve. L'unico tuo segreto è fare a pezzi, asportare fegato rene cuore: qualcuno verrà a riconoscerti. Riempire il vuoto di canne di fiume, di schiuma d'acqua, di strade - la finestra sempre aperta. Si rigira un corpo sveglio nel letto - la faccia luminosa del sasso. * Il mattino fa come su nulla fosse, parole-spore cominciano stagioni. Gli occhi sono bocche, i visi tramonti - inavvertita luce. Si alzano mani come fiamme, come argomenti. Ci curiamo di noi, ci teniamo stretti - appesi al rumore del fiato in salita. Ti porto in me dissolto - immaginato. * Annachiara Atzei , Oristano, 1979. Scrive su Antas, periodico di storie e personaggi della cultura sarda e ha collaborato con la rivista La Donn...