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"Fresco di stampa": Augusto Pivanti, "Confluenze, poesie scelte 2004 - 2023", collana Lietocolle, Ronzani Editore, 2024

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L'eco dei miei passi Costruisco il giorno sull’eco dei miei passi e, sordo il tacco della nostalgia incide il selciato del tempo. * Liturgia del silenzio Cantiamo il gesto d’urlare il poco da dire, da fare per il molto che rimane, l’apparente utilità del nostro vivere. Lieve rimane il modo di tacere il giorno immergendosi nell’acqua d’un Giordano altro, liturgia del silenzio che s’affaccia sull’inizio delle stelle senza più parole. * Tempo d'improvvisi addii Ti travaso per osmosi nell’acquasantiera che non sono e ti invoco – anima – sopra i cortili dell’infanzia a sorreggermi – per il troppo coniugare all’imperfetto – in questo tempo d’improvvisi addii. * Il nostro dire È terra masticata di risulta, il lato frequentato dal periodico insediarsi nelle notti – un buio ecoico, le falene disimpegnate dal riflettere – l’estate a promettere un caldo sudaticcio. Dimentichiamo in fretta i viali dell’infanzia, quando ci coglievano luci in solo sogno, quando anche un minimo bagliore di ci

"Fresco di stampa": Luca Bresciani, "Ogni giorno un cielo diverso", collana Lietocolle, Ronzani Editore, 2022

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Se la polvere ci parlasse di sé non racconterebbe niente ma ci direbbe delle crepe e dei ragni e dell’infelicità dei pavimenti. Svelerebbe l’ambizione dell’armadio di non vivere con un fianco cieco e la pena del chiodo nel sostenere ciò che gli è impedito di ammirare. Infine ci chiarirebbe la morte dopo l’appello delle sveglie quando dalla tenda alla trapunta un nugolo d’oro ci circonda. * Lo stesso peso sulle bilance in questo scontro tra ombre nella categoria minima della sete dove si sputa senza inghiottire. Finalmente possiamo odiarci avendo dei veri presupposti ora che niente ci distingue ora che nessuno ci sceglie. * È un’intervista alle pietre la trasparenza del fiume e tutto l’udito e tutta la vista sono un’unica coscienza: le distanze si compattano e nessuno vive da ultimo nell’acqua che riconosce i fragili della sua stirpe. L’oscurità della fretta è urgenza che non salva e la careggiata dall’altra parte è il regno che disattende. * Il gelo di dicembre sui muscoli delle macchi

Alessandro Assiri, "Come", collana Lietocolle, Ronzani Editore, 2022

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come chi lascia una vita indecifrabile rischia l’archivio del silenzio così il contrario del vero non è il falso ma l’insignificante restavi alla fine di una partita persa soltanto un soffio lo stesso con cui si perdono i treni * come tu fossi la madre di un altro e maledetta la memoria il torno subito questo odore di merda e decubito questa stanza che non basta per fare una casa per tendere le mani bianche per spegnere la luce sono le undici di un piccolo orologio e ti rimbocco, ti bacio, ti lecco nell’altro letto il tuo bambino e tu che non riesci a ricambiare * come chi rompe le noci con le mani lui per diventare un uomo e lei per invecchiare in ogni figlio con un problema di aritmetica avrai tre vite da tirare fino a tardi nel finto modo delle comparse a lieto fine lo sbadiglio di nove mesi prima * come chi scrive lettere ai vivi inciampa nel fantasma a cui ha dato un nome quaderni di città inesatte scambiate per casa vite vissute senza dare nell’occhio in ogni foglio un amore che