"Fresco di stampa": Eleonora Rimolo, "Prossimo e remoto”, Italic Pequod, 2022
31 gennaio 1983 Non so parlare altre lingue, neanche seduta in via modesta valenti 21 dove una babele di terrazze abitate dall’inverno indica la direzione, il centro abbandonato del guarire. Non rispondo e non mi muovo sono fedele alle regole, innamorata delle pulci che mi bucano la testa, incerta sulla porta se a metà di una scala il marmo cede e le caviglie si aprono, sopra un delirio di ferite e non si cammina, non si arriva più all’ombra sognata ma si diventa gomitoli di ossa, sfere di silenzio. * Come dire che questo libro è scritto per te, per il lutto indossato ogni giorno, per quel popolo disperso nella storia, spodestato dalla terra, spinto nel cuore dell’oceano. Come dire che sono la stessa persona il ragazzo arreso alle porte scorrevoli mentre chiede monete ai passanti e il bambino accostato alla parete in attesa del padre di un altro colore con la maglia azzurra distratto e curioso, geloso della sua buona stella. E tu hai mangiato? Hai bevuto? Vuoi fumare? Com’è andato il v...