"Blocchi di partenza": Fabrizio Bregoli legge Elia Carollo
Che fai? Che pensi? Ed a chi t’ispiri quando, seduta, fissi il muro e credi sia tutto falso. Deambuli in sedi distaccate, detesti i tuoi sospiri che spargi; scivoli oltre gli spiriti in un fondo scuro. Ora vedi te dilatarti, cerchi in sieri medici il sollievo – rallenti i respiri: basta così. Ludici passatempi stringono nodi attorno i tuoi fiati, ed io (metodico, dico) scompaio. Chiudo palesi inganni nel solaio dei ricordi sopiti; dimezzati sono, da ieri, tutti i nostri tempi. * Elia Carollo si cimenta nella forma principe della tradizione poetica italiana: il sonetto, sintetizzato a monostrofa di quattordici versi, tutti endecasillabi (forzati anche con alcune dieresi), e uno schema di rime rigoroso, che include anche scelte metricamente raffinate come le rime “sospiri”/”spiriti” e “”vedi” / “medici” che giocano sull’accentazione sdrucciola dei secondi termini della coppia. L’incipit, di evidente ascendenza petrarchesca, inizia il dialogo interrogante con un’interlocutrice chiusa nell