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Grazia Procino, Finalista Premio Poeti Oggi 2024

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Per ogni paese addormentato d’Italia Abbiamo pregato-tutti, in silenzio- per questo paese addormentato sulle colline. Ci sarà il risveglio? Quando innaffieremo i cipressi per i morti avremo un futuro. Abbiamo portato ai lampioni fiochi per strade deserte nuovi cieli da osservare con calma. I gatti dal pelo fulvo stavano a ricordare il numero esiguo degli abitanti. C’erano più felini di umani. Il vento ha sconquassato la pazienza dell’attesa- ora, ancora, lo ascolto. Qui il rito scorticato dal sole imbrunito prevede l’ascolto religioso del vento. E le donne hanno per ali il cappello di lana anche d’estate. * Grazia Procino , nata a Gioia del Colle, è laureata in Lettere Classiche. E’ docente di Lettere presso il Liceo Classico di Gioia del Colle. Ha pubblicato haiku in due raccolte collettive edite da Fusibilia, la raccolta poetica Soffi di nuvole  ( Scatole parlanti, 2017) e i racconti Storie di donne e di uomini  ( Quaderni edizioni, 2019). E sia  ( Giuliano Ladolfi Editore) è stata l

Grazia Procino, "Filottete ovvero i vuoti ancora da sfamare", peQuod, 2023

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Filottete contemporaneo Io sono stato molto solo. Sono molto solo: ho una casa assai spaziosa, mobili pochi, non mi servono, solo la credenza che contiene le mie medicine è assai ampia. I miei malanni mi costringono a prendere a ogni ora pillole su pillole. Potrei elencarvi in ordine alfabetico ciò di cui soffro, ma non voglio rattristarvi. Forse, è per via delle malattie che la gente mi evita, mi guarda con circospezione. Ogni essere umano sano dovrebbe vivere accanto a uno malato, fin da piccolo e non subirebbe alcun trauma, giunto all’età adulta. Invece, si decreta il distanziamento sociale e fisico per la malattia ed è la morte per l’anima. Io sono morto prima di me stesso. * I vicoli corti sono brulicanti di voci mendicanti di rumori nel via-vai frenetico di donne che si ingegnano a stare al mondo: tu ridi io pure al gioco beffardo della morte. Nel nome del dolore ti chiedo di non arrenderti prima che il vento gelido sconvolga le tue chiome e l’urna accolga le tue sfatte membra. *