Rosaria Ragni Licinio, "Spazi d'esilio e presagi", Il Convivio Editore, 2024
Un filamento si è staccato, balza la mano sull’antro grembo senza mutamento, lenzuolo e nido come una bocca grande la casa di qualcun altro la trasparenza delle viscere, i corpi abitati. * Nel sole delle dodici fioriscono le braci e l’inganno del cielo è più vicino all’uomo l’ombra resta infinita e la senti nelle vene, per questo disegni nell’aria una spirale distorta per riposare un momento la nostalgia che hai creato. Un eccesso di pensiero se poi avanza il fuoco. * Verrà la parola muta, ma tu fingi questo incontro un abbraccio – sopra le spalle – il gesto che ripara una forma estranea, nessun risultato presente come una cosa già vissuta quest’idea che abita la bocca e intanto si dirama. Scrigno di carne, reliquiario. * Fa questo silenzio la pausa fra il respiro e il mondo – si rintana – dove non può essere ragionato, nel buio, un volto perduto grida l’anima su un’altra riva e viene sepolto quello che non c’è sempre presente. * È votata alla nascita questa chiarezza primitiva di stel...