"Fresco di stampa": Lorenzo Pataro, "Amuleti", Ensemble, 2022
A chiedere sete hai imparato dai cani con le code stremate nel giro ubriaco senza fine né pace, la lingua ora cava con la punta assottiglia e lecca la mano a chiedere l’acre resto del seme, il fossile vivo sotto la rena davanti alla casa dei giorni d’estate, l’ora di sonno che manca alla meta, qualcosa che porti tutte le cose finalmente a girare come un destino, il segno estinto del fiume e il suo delta da mettere sotto il cuscino e aspettare che arrivi la piena, il rovescio dell’acqua a smidollare le ossa, a seccare il magma nascosto, la fame religiosa dei tarli. * Nell’attesa di un chiarore ci passiamo il talismano come un fuoco da bruciare lento sulle dita, l’amuleto di carta velina da mordere coi denti – tu accendi un’altra fiamma nel calice verde sulla tavola, leggi i tuoi tarocchi e sui fiori illustrati segni al contrario i vaticini mentre fuori un altro anno rovescia i nostri nomi e l’alfabeto. * Cerchia la parola, la parola disarmata alla fine della strage sulla linea che segna