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"Anteprima Portosepolto": Pietro Russo , "Tutte le ossa cantano la canzone d’amore ", peQuod, 2024

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Un giro diverso Tra me e te c’è un proiettile due fusi orari il ginocchio di un uomo sul collo di un altro uomo una bambina nera coi dred sguardo truce all’obiettivo scandisce Jus-tice come un disco rotto Solo uno si becca il proiettile mentre l’altro va al bar, prende un caffè però bastava un giro diverso del pianeta e che il sole sorgesse dove tramonta e ti avrei chiamato Havel sopra il tuo corpo chiuso nella plastica gialla * Sotto stelle inquiete Dormiamo sotto stelle inquiete Fingiamo di non essere chi siamo e che niente ci spaventa che una stella risplende per ripicca del buio finché non si stanca e che un led acceso sia richiamo di dispersi e non di falene Dall’altra parte del globo quando mi sveglio e non ci troviamo è già giorno * Un tempo non sapevo vedere oltre le tue spalle. Oltre le tue spalle i leoni mi avrebbero sbranato e digerito. Dico questo sapendo di sembrare ridicolo. Ho imparato nel frattempo a dire Scusa e Grazie . Allora mi mancavano le parole per allestire un

"Anteprima Portosepolto": Mirella Vercelli, "La solitudine del passo", peQuod, 2023

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Si srotola la tela delle ore vengono le smagliature i falli le cimose che marcano confini a poco si rimedia. Il resto è indelebile pecca sul vestito. * Restava, a sera, tatuata sulla pelle la mappa dei doveri giornalieri: ferite graffi calli la fantasia chiassosa dei dolori del corpo che annuiva alla sua sorte, come la fioritura dei colori spiegata in terra delle foglie morte. * Tu svetti, nera, nell’alto mezzogiorno come una vecchia palma che spezza all’orizzonte il filo di un ineludibile traguardo, sei rabbia e pazienza dolcezza e intransigenza più torno più ti vedo da lontano, sfumi ai contorni, già vivi nei ricordi. * Lidia 17 A nulla serve che la stagione torni, a nulla il verde il sole un’ombra dall’orizzonte si protende, quasi velo intorbida i ricordi e pesi, ala materna che più non ti dispieghi, piccolo gesù di ottone sopra le mani in croce. * I pensieri dell’attesa li porta come stracci un vento di maestrale – non toccano terra, si disfano nella distanza fra un corridoio e l’a

"Fresco di stampa": Luca Pizzolitto, "Getsemani", peQuod, 2023

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Il parto avaro della notte mastica e sputa la displasia del giorno, separi il respiro in due acque. I cieli divisi della tua fame. Nell’abisso, nel vuoto non esiste parola. * La vita che attraversiamo a mezz’ora dall’autogrill. Fibra minuta, fragile. Il nostro umano non restare, cadere, farsi pioggia in aprile. Lasciare. * Agosto è fermo sopra i tuoi occhi approdi dal mondo uccisi, dimenticati il senso smarrito delle cose, indistinto pudore nella luce. Nell’annuncio sacro del vento una spoglia, disamata bellezza. * Le fermate vuote dei tram, le corse lungo il fiume – si svela agli occhi il lento morire – il fiore svestito dei giorni. Ricuci lo spazio di fede, la luce guasta del mattino. * Il giorno breve di luce consuma dicembre nel sonno trafitto, l’elleboro fiorito. La tavola pronta, la cena mai consumata. L’amore è un cancro che mangia la carne, smagrisce ogni attesa. * Miseria della sete vetri rotti carne di sale, chimera e rovina cinque corpi a riva, sputati dal mare. * Chi getta

Luca Pizzolitto, quattro poesie tratte dalla raccolta inedita “Getsemani”

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Tradito e perso l'istante esatto del fuoco, la cinerea grazia del viso inciampo , ombra rubata al sole disfare la stanza in cui abbiamo vissuto - ho cercato casa, riparo nel vento. * Nella calma di candele nei muri in pietra di questo monastero - bianca memoria dell'acqua - ora che tutto rinasce, ora che ogni cosa volge alla pace. La sacra attesa è odore di incenso e candele, una sterile fame il respiro del giorno l'antico, perduto mio tempo. * Custodite, dici, custodite del ventre la piaga, il caldo respiro dei sassi, i corpi separati così vicini al morire. Le vuote stanze di Dio misurati spazi in rumorosa quiete. * Fiori celesti a lato della strada, le luci al neon di questo bar sopravvissuto ai morsi della notte, volto straniero che porti il mio nome le ore a fissare il vuoto, il molo di Sikinos, la vita scelta e poi donata. * Luca Pizzolitto nasce a Torino il 12 febbraio 1980, città dove attualmente vive e lavora come educatore professionale. Da più di vent'anni s

Anteprime collana di poesia Portosepolto

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Siamo lieti di annunciare che i libri della collana di poesia Portosepolto edita da peQuod, saranno ospitati in anteprima nazionale sul blog e sui canali social Poeti Oggi attraverso una selezione di testi a cura della redazione. Portosepolto nasce nel gennaio 2021, dalla collaborazione tra Luca Pizzolitto (direttore della collana) e Marco Monina (editore di peQuod); l’intento è quello di pubblicare e rivolgersi a quei poeti (e, di conseguenza, a quella fetta di lettori) i quali cercano, nella poesia, una dimensione intima, un’attenzione per le piccole cose, uno sguardo che scavi nel significato di un gesto, di un vissuto, di una parola. Gli autori ospitati in questa collana sono tutti poeti per cui la dimensione del viaggio (all’interno di sé, nelle proprie viscere e nella quotidianità del vivere) è una dimensione imprescindibile. La poesia contemporanea in lingua italiana

"Fresco di stampa": Luca Pizzolitto, "Crocevia dei cammini", Italic Pequod, 2022

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Luce lasciata e tersa dei primi giorni di dicembre, misericordia del vento sul tuo viso gentile, tagliato dal freddo. È l'eco ostinata del vuoto, è un peso greve sul cuore; neve che accende e poi placa l'inciampo della sera. Andare in pezzi, fiorire un mattino. * Nell'avanzo di parole su cieli colmi di rabbia, qui dove piove piano e rinfresca la sera cedi al vuoto, al niente, il dono austero delle labbra. Nell'ostinato silenzio di Dio, nel tuo sguardo breve di madre trova riposo ogni mia lontananza. * Le distanze che cadono dalle ciglia, il cielo dei tuoi sguardi improvvisi, il vuoto e altre forme, questo amore così fragile immaturo, arreso, non voluto. Tutto splende e fiorisce nel farsi attesa della sera. * Cos’è questo rumore che riempie la notte e impedisce il sonno? Dalla bocca di pietra zampilla il tempo e ciò che resta delle mie rovine. * Luca Pizzolitto nasce a Torino il 12 febbraio 1980, città dove attualmente vive e lavora come educatore professionale. Da quas