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Marco Corvaia, due poesie inedite

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Niente di niente Impicco lʼamicizia al ramo più alto per lo stile che divampa in certe liriche maledette il male è soltanto il male non concepire un abisso più tetro deprime ogni sagoma in lotta lʼintera superficie terrestre sa rendersi futile prima o poi e i legami non hanno niente né da dire né da fare niente da leccare, niente materiali niente di indefinito, niente voglie nessuna droga, nessuna barbarie nessun racconto, nessun creatore acidità immutabili, vive o morte si spostano in mandrie di caratteristiche architettoniche che vanamente saranno assolute affievolisce nellʼinsonnia anche questa indolenza ma non mi tange i mostri esistono, siamo noi. * Letargo Le parole sono arnesi d’acqua tutto ora s’acquieta; il mio piede sinistro segue quello destro sul brivido che separa l’aulente infelicità dalla fetida pace. Le parole sono intrecci cupi tutto ora s’innalza; il canto dell’inverno blandisce l’archeologia delle bramosie sfinite e ogni patema diviene distante. * Marco Corvaia nasc