"Fresco di stampa": Riccardo Delfino, "Versicidio", Terra d'ulivi edizioni, 2023
Legate all’intestino le braccia le gambe le mani stanno attorte come pezzi di un feto abortito. Un orlo di luce squaglia la carne di un dito. Sangue, liquami, pezzi di cuore, e io solo a sapere che il bello è già dentro, che è qui, il nostro altrove; io solo a vedere la bellezza delle viscere; a rivendicare, con fatica, l’interno della vita a costo della vita. * Mi ero quasi lasciato cauterizzare dal prolungato digiuno invernale. Ero tornato incolpevole. Felice. Ma ecco tornare in ricorrenza - costole all’aria e fianchi azzimi - l’estate della magrezza istigatrice. * E chiedi cosa mi giace dietro: non io, tesoro; questo me che tu ami non risiede. Un marchio a vuoto. È questa tua fede, sola, a costruirmi; di me non c’è nulla in questo mondo che mi somigli. * Torno a casa e m’accoglie puntualissimo l’abbandono: quanto s’è fatto grande il crepaccio ch’è adesso una seconda porta; io e la mia casa siamo fatti di viscere corrugate, che quasi a gelosia sono inverate allo stesso tempo; e non s...